Allorquando occorse (sì , proprio allorquando) l’elezione di Benedetto sedicesimo, il Manifesto si tolse il piacere, liberatorio quanto un rutto, di titolare a tutta pagina definendolo il “pastore tedesco”. Va beh, ognuno fa divertire i propri lettori come meglio crede. Ma oggi, quando leggo che il Papa dice a chiare lettere che non c’è differenza fra un embrione e un bambino davanti a Dio, perchè entrambi sono vita umana a immagine e somiglianza divina, prorompe naturalmente e dal profondo il mio controrutto: l’avete chiamato pastore tedesco? Eccolo.
Il pastore tedesco
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