Meno di un manifesto: volantino della lingua italiana


Io, cercherò una nuova punteggiatura. Che mi salvi e che ci salvi dagli errori. Roba mai vista. Le pause salteranno con le virgole e i gerundi legheranno i periodi prendendo facilmente aiuto da alcuni avverbi. Resterà il punto. Sarà lui che tenderà a farla da padrone: ma saranno i due punti ad aprire a tutto ciò che la parola può contenere; il punto e virgola lo userò quasi solo io talvolta scambiandolo con una virgola senza molti che se n’accorgano. E il refuso potrà, così, vivere dignitosamente. L’esclamazione sprizzerà fuori dal contesto! Ma come sempre o spesso: senza un vero perché… La domanda sarà sottintesa da congiuntivi e congiunzioni che sembreranno chiederci se questa possa ancora esistere davvero. E in molti per questo si interrogheranno circa il suo valore e se nella forma diretta valga realmente la pena utilizzarla. Gli incisi resteranno, va detto, l’unico vero momento di ritmo del periodo. Dopo che, da molto tempo, non continuavano che a ostacolarne la comprensione. Chi ha da sempre voluto scrivere potrà finalmente iniziare a farlo senza pericolo di incartarsi sulla punteggiatura e senza chiedersi né rispondersi se questa serva a dare ritmo o a concatenare le subordinate. A quel punto, però, sarà forse finito l’inchiostro.

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