Archivi giornalieri: 7 gennaio, 2008

Quattro (per la moratoria)


Cos’è quello schifo, quel grumo rappreso, una macchia che voglio scordare, un ammasso d’inutili cellule, un’unghia, un capello, una foglia, un fiore più bello che un giorno vedrà.

Cinque (testamento?)


La pera sbucciata completa e annerita rimane sul tavolo e il libro che avevo iniziato aperto rimane e sgualcito a metà, intanto che l’ultima lettera finisce d’essere letta, intanto che l’ultima voce finisce d’essere detta. Qualcuno riceve un messaggio e tira diritto non cambia la strada e sembra la tomba di sempre. Intanto, quell’ultima lettera e ultima voce vuol dire salvezza.

Sei (notte)


Il pezzo di carne nel freddo ripiano già giace da ore
e il sonno che attendi da tempo ancora s’attarda
mentre la porta del frigo ti guarda con sorta di complicità.
Il dolce appiattito sul piatto soggiace al suo tempo
e dal piatto qualcosa che un tempo era quasi bellezza già ora t’irride
beffarda e sembra chiamarti come un’amica non vera.
Il vetro contiene qualcosa che odora di tempo trascorso
e il sorso che forse regala sarà quasi aiuto notturno al finto lavoro del giorno finito.
La notte che inganna i pensieri e lo ieri trascorso diventano sfida,
mentre s’apre con passo deciso la porta del frigo e t’avvolge la notte.