Pro e contro


O sinistra “sinistra” perché di tento inganni i figli tuoi?

Così, parafrasando un rattoppato Leopardi, potrebbero esprimersi la maggior parte dei tipi sinistri che per il bloggame s’aggirano, e il bloggame fanno, nel loro continuo lamentarsi del progetto unitario e veramente “de sinistra” che ancor gli manca, che da tempo gli manca, che da sempre gli manca (facevo le elementari che già se ne parlava). Ammesso che abbiano mai letto Leopardi. Eh sì, perché Leopardi sa ancora ancora un po’ di credente, per i sinistri, perchè si fa le domande. Dante, non parliamone: lo si evita (anagramma di “vieta” ma guarda) a scuola e ovunque si può. Pasolini? Eh adesso che sembra c’avesse il senso religioso pure lui, lo evitano come la lebbra. Sì, insomma, evitano tutto. Si astengono dai dati perchè i dati fanno parte del reale, il reale c’entra con la verità delle cose, la verità gli metti la maiuscola e sei fottuto… quindi lontano dai dati, lontano dal culo. A questo punto, cultura niente, dato reale niente cosa resta? L’io. Ma l’io me lo gestisco io (è mio) e soprattutto non sei tu, chiunque tu sia. E allora ecco i litigi e giù botte da orbi. Se le danno di santa (ops, pardon) ragione (ri-ops, ri-pardon) e se menano come tassisti. Il criterio guida di questo io smodato è l’essere “contro”. Contro tutto: vita e morte, aborto e non, coppie di fatto e coppie disfatte, Israele, Olp, Anp, ahm, gulp, tutto. Se sei contro sei a posto. Contro Berlusconi e contro Bertinotti, contro D’Alema e contro gli Ulema, contro Bush e contro Dash, contro la mamma di Cogne e contro il Ris di Parma: sempre e comunque contro. Ecco perchè non sono uniti, i sinistri: sono troppo contro. Ecco perché Magdi Allam diventa una bertuccia, per i sinistri: non possono chiamarlo topo. Così facevano i nazisti con gli ebrei. Loro sono diversi, sono contro i nazisti e lo chiamano scimmia, che secondo loro è molto meglio di topo e più umano (per via di Darwin e dell’evoluzionismo). Ecco allora, è per aprire il dialogo col diverso, anche riprendendo il clima di pace suscitato dalla conversione di Allam e dei 138 intellettuali islamici, che anch’io sento il bisogno di un più profondo sentire anche con quest’altra parte e da giorni sto pensando a come rivolgermi a sti sinistri in forma di vero dialogo. Ed ecco l’illuminazione: come sarebbe “come”? Ma certo: anch’io posso esserlo, in dialogo, se dico come recita il titolo del documento dei 138 intellettuali che porta un nome evocativo: “Una parola tra noi”. Ed ecco, illuminato in visione notturna dall’icona di Beppe Grillo, la parola con cui mi rivolgo alla sinistra-contro: “mavafangula, va”.

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