Inizio con cena nei pressi di Fidenza


Sul blog di Cloro (vedi link all’elenco dei link, giù a fianco) è nata una “bella” discussione, anche se un po’ incazzosa. Ecco qui un ulteriore commento, per non appesantire troppo di mio quel blog. Perchè credere, perché credere oggi? Perchè siamo qui dove siamo? Per un inizio. Perché valeva la pena cominciare. Sono andato una volta a cena, nei pressi di Fidenza, accettando un’invito. Prima di arrivare sapevo forse cosa avrei e se avrei mangiato? Chi può dirsi ragionevolmente certo di un evento simile? Eppure sono andato a quella cena, così come ciascuno di noi fa quasi ogni giorno. Nello specifico non era forse, la prima, una cena: era forse una vacanza… . Ma poco cambia. Si torna dalla cena, si torna dalla montagna: si continua. Ogni giorno una verifica. Si verifica quella che a me piace chiamare la “tenuta”. Oggi io son qui per questa tenuta e perché mi si è reso evidente che valeva la pena cominciare. L’ipotesi, o meglio la promessa, non è venuta meno. Grazie dunque, e non solo grazie, a chi rendendosene tramite ha permesso l’inizio: ad Antonio, a Marilena, a Michele, a Gabriele, a Stefano, all’altro Michele, a Marta, a Fabio, a Paolo… che purtroppo, come mi han detto, non c’è più. E grazie a chi c’è ogni giorno. Questa potrebbe essere, forse e in sintesi, la descrizione dell’inizio del percorso razionale del credere.
A questo aggiungo il contributo del mio amico Lele: c’è stata una “verifica sperimentale” che dopo l’inizio mi ha fatto proseguire. E la verifica sperimentale fa parte del metodo scientifico. Detta in parole poverissime significa, e ridice, che giorno per giorno l’ipotesi di partenza viene verificata per vedere se “tiene” nel tempo. Qual era l’ipotesi? Che ne valesse la pena. Intanto eccomi qui, oggi, in Brianza.
Sulla ragionevolezza del credere vale insomma per me, e molto, l’esempio dell’invito a cena.

3 pensieri su “Inizio con cena nei pressi di Fidenza

  1. Fabio

    LA PRIMA CENA
    caro amico,
    un incontro banale, apparentemente casuale, imponderabilmente misterioso ci ha fatto conoscere 30 anni fa. Forse non sapevamo nemmeno dove ci avrebbe portato la strada intrapresa e nemmeno quello che esattamente si voleva. Ma per conoscere ‘il fine’ bisogna pur incominciare! Non è che siamo ancora qui perchè abbiamo scientificamente provato la ‘tenuta’, come tu dici (funziona/non funziona, mi soddisfa/non mi soddisfa, come se il centro fosse il desiderio, o meglio la nostra pretesa). E’ che ad un certo punto ci si lascia prendere da un Mistero più grande, si è come rapiti dalla Verità e dall’esserne amati! La nostra ragione dice il suo limite, lo riconosce! Per questo è ragionevole, cioè estremamente e totalmente realistico, riconoscere il Mistero che la sovrasta. Per questo il problema non è tanto cercare quanto farsi trovare! Cominciando magari da una cena. E’ un qualcosa che sa anche di gratuita bellezza…
    ciao
    Fabio

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  2. Guareskj

    Allora Fabio, son d’accordo che uno si lascia prendere: ma poi. Il primo passaggio è di vedere, capire se quella roba con cui ti sei incontrato e scontrato regge alle prove quotidiane. E’ un continuo: lo vedi oggi e lo vedi tra dieci anni. E lo rivedi quando arrivano nuovi casini. E di solito arrivano… quindi vale sempre. ciao

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