Quando studiavo (si fa per dire) le tecniche della comunicazione (senza imparare realmente a usarle, come del resto è avvenuto per tutto ciò che pur con fatica ho studiato) c’era una bella teoria che definiva le possibilità di lettura e comprensione di un testo, anche scritto, ma soprattutto filmico o televisivo, sulla base del coesistere dell’intreccio dei suoi autori nella creazione del testo stesso. Diceva in altre parole, la teoria, che alla creazione del testo non partecipa solo l’autore in senso stretto ma anche, per esempio, l’emittente e il canale. Per farla breve è come dire che se i vangeli vengono venduti alle librerie paoline non è la stessa cosa che se li pubblica a puntate l’Unità. Vero. C’è un’intenzione dell’editore o dell’emittente, della casa di produzione, del canale e comunque degli altri altri attori che partecipano al flusso della comunicazione e lo consentono, che non coincide necessariamente con quella dell’autore, ma anzi, e che dunque prende parte alla creazione del testo. La teoria sosteneva poi che addirittura il lettore o il pubblico partecipano alla produzione testuale. Ora, un blog non è un media in senso tradizionale, e meno che mai di massa, ma è certamente un media innovativo tramite il quale, è innegabile, il pubblico può partecipare alla creazione del testo. Questa lunga premessa serve per dire che: su vivereacomo.com c’è un post che dice una certa cosa (condivisibile o meno, non m’interessa); gli annunci di Google che l’amministratore del blog ha sottoscritto sembrano dirne un’altra. E’ ridicolo! Però, per ora, nessuno ha fatto una piega. Adesso quasi quasi vado di là, gli rompo le palle su questo tema e vediamo che succede (magari niente, boh). Ma no, dai…. fa niente. Ciao
Lasciamoli vivere un po’ a "comacchio"…
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